PROGETTO DI SUPPORTO PSICOLOGICO RIVOLTO A PAZIENTI ONCOLOGICI E LORO CAREGIVER
Premessa
Il cancro è una delle maggiori patologie croniche in Italia (Ministero della Salute, 2011, 2014; OMS, 2004; Ministero della Salute, 2014) Dal 2016 al 2018 le persone che hanno ricevuto una diagnosi di patologia oncologica sono passate da 365.000 a 373.000 (AIOM, 2016; AIOM e AIRTUM, 2018). Nel 2020 la stima è stata di 377.000 nuove diagnosi di tumore (AIRC e AIRTUM, 2021).
L’assistenza ai pazienti oncologici ed ai loro familiari è da sempre complessa e multidimensionale. La malattia oncologica, infatti, può mettere a dura prova la salute psico-fisica e gli equilibri relazionali sia dei pazienti che dei loro caregiver e dell'intero nucleo familiare (Weitzner et al., 1999; Jansma et al., 2005). Le persone affette da patologie oncologiche e i loro familiari necessitano di assistenza e cura a lungo termine ed a vari livelli di complessità. Da questo punto di vista la multidisciplinarietà degli interventi e la rete di professionisti che si unisce intorno al malato (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, assistenti spirituali etc.) ad oggi risulta essere di fondamentale importanza per garantire assistenza e cure finalizzate alla gestione della patologia, dei sintomi e della qualità di vita in generale (Tumori, 2013, Vol. 99 n.3; Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2014).
La disciplina medica ha recentemente apportato modifiche sostanziali all’approccio al paziente, al nucleo familiare e ai concetti di salute e malattia, promuovendo un sistema di cura incentrato sulla persona (e le sue caratteristiche) e i suoi bisogni. Il vecchio approccio al trattamento delle malattie croniche, come il cancro, che considerava gli indici clinici come le uniche e più rilevanti unità di valutazione del decorso della malattia e del benessere dei pazienti non può più essere applicato perché privo dell’analisi degli indicatori di benessere soggettivi associati alle attività, relazioni e contesti quotidiani (Delle Fave et al., 2013; Delle Fave et al., 2015; Rottmann et al., 2010).
In linea con il modello bio-psico-sociale (Engel, 1977) e le Linee guida emanate dall’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF, OMS, 2001), guardare al funzionamento umano significa considerare gli individui come sistemi complessi in cui le dimensioni biologiche, psicologiche e sociali interagiscono dinamicamente tra loro nella promozione del funzionamento ottimale. Inoltre, occorre considerare non solo i deficit ma anche il funzionamento ottimale e le capacità residue, potenzialità e risorse. Infine, è necessario considerare che la qualità dell’interazione tra individui e il loro contesto sociale emerge anche dall’osservazione delle barriere e dai facilitatori in grado di ostacolare o promuovere benessere, crescita personale e inclusione sociale. Pertanto, le caratteristiche ambientali e personali possono mediare l’impatto delle malattie sulla qualità della vita degli individui (Bassi et al., 2016; Bassi et al., 2019; Dixon et al., 2008; Sartori et al., 2019). Dal punto di vista psicologico, le circostanze straordinarie dell’attuale periodo di pandemia da COVID-19 in cui i pazienti si sottopongono a screening, ricevono diagnosi ed effettuano cure, possono aumentare il rischio di esposizione a numerose e svariate sindromi psicologiche e psichiatriche: Depressione, Ansia, Disturbi Ossessivo-Compulsivi, Disturbo Acuto da Stress (ASD, Acute Stress Disorder), Disturbo Post Traumatico da Stress (PTST), Sindrome Generale d'Adattamento, etc. (APA.ORG, 2020; Polizzi et al, 2020; Presti et al, 2020).
Sede Legale:
FONDAZIONE IRCCS ISTITUTO NAZIONALE TUMORI
Via Venezian 1 – 20133 MILANO
C.F.: 97160150153
Segreteria Generale: Via Venezian 4 – 20133 MILANO
Tel. 02-6470452 Fax: 02-66112760
Mail: info@salutedonnaonlus.it
Web: www.salutedonnaonlus.it
Inoltre, i dati sulla salute psicologica delle persone nel periodo attuale di pandemia causata dal COVID-19, sollecitano l’attenzione degli esperti e degli operatori della salute mentale che stanno osservando una maggiore incidenza di depressioni e disturbi d’ansia, un incremento delle terapie farmacologiche in area psichiatrica, un incremento delle dipendenze da sostanze e, purtroppo un aumento del tasso di suicidi (Guven et al, 2020, Al-Shamsi et al., 2020; Kontoangelos et al., 2020).
Per quanto riguarda i caregiver, la letteratura scientifica da sempre evidenzia a livello biologico diminuzione delle difese immunitarie, aumento delle infezioni e delle sindromi respiratorie, incremento del rischio di malattie cardiovascolari (Capistrant et al., 2011) e di mortalità (Schulz e Beach, 1999).
Sul versante psicologico gli studi evidenziano elevati livelli di stress e aumento del rischio di depressione in caregiver di persone affette da malattie croniche e/o terminali (Billings et al.,2000; Pinquart e Sorensen, 2003). L’isolamento sociale, la scarsa conoscenza della malattia, i sensi di colpa, la tensione nella relazione e la scarsa capacità di far fronte alle situazioni stressanti (coping disfunzionale) espongono il familiare al rischio di burn-out.
A fronte dei dati che indicano difficoltà e disturbi che le persone con malattie oncologiche e loro familiari stanno affrontando, recenti studi hanno evidenziato che persone con malattie gravi possono descrivere una buona qualità di vita e benessere soggettivo, grazie al ruolo di mediazione dell’adattamento psicologico alla malattia e al disagio emotivo (Bassi et al., 2014; Folkman e Greer, 2000). Gli studi hanno evidenziato nella condizione di malattia cronica ulteriori fattori protettivi per la promozione di benessere come l’elevato senso di coerenza (Delle Fave et al., 2013), la presenza di un nucleo familiare in grado di fornire aiuto sia pratico che psicologico, strategie adattive di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale per far fronte a situazioni stressanti (strategie di coping), una buona conoscenza della malattia e delle sue modalità di gestione efficaci (Cobb e Hamera, 1986; McMillan et al., 2005; Bassi et al., 2016; Bassi et al., 2019). La gestione del dolore è influenzata dalla loro conoscenza della malattia e dal suo decorso, così come dall’atteggiamento del caregiver (Lou e Shang, 2016; Bassi et al., 2019). Infine, la qualità dell’esperienza soggettiva associata alle attività quotidiane è prodotta dalla percezione delle sfide, dalle opportunità d’azione e dalle capacità nell’affrontare le attività quotidiane (Bassi et al., 2014; Sartori et al., 2014).
Alla stregua di quanto sottolineato fino ad ora, sembra assolutamente necessario considerare gli effetti psicologici della malattia oncologica e le ricadute delle misure di contenimento e degli effetti diretti del COVID-19 sulla salute mentale delle persone, strutturando un servizio di supporto psicologico per le persone affette da malattia oncologica presso l’Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.
Da questa prospettiva, lo spazio di consulenza e supporto psicologico ai pazienti oncologici, e loro familiari, avrà le seguenti finalità:
a) prevenire la sofferenza e identificare precocemente il dolore e altri problemi psicologici;
b) intervenire sul disagio per alleviarne il peso e i sintomi;
c) promuovere benessere psicologico.
Finalità del progetto
Considerando la durata media dell'insorgenza dei sintomi dei disturbi depressivi e ansiosi e del disturbo acuto da stress, del disturbo post-traumatico da stress e del disturbo generale d'adattamento (APA, 2014), obiettivo del presente progetto è la costruzione di uno sportello psicologico di consulenza e un ambulatorio con servizio di supporto psicologico individuale dedicato a pazienti e loro caregiver. Il servizio offrirà screening di prevenzione e di monitoraggio di sintomi psicologici che possono insorgere a seguito di eventi ad alto grado di stress (come la malattia oncologica può essere) o traumatici a cui i pazienti e i loro familiari sono esposti.
Lo sportello psicologico includerà sia colloqui da remoto attraverso specifiche tecnologie che incontri individuali. Si effettuerà inizialmente una valutazione delle difficoltà personali e degli eventuali sintomi psicologici emersi, per poi svolgere un lavoro di monitoraggio dell’umore sul lungo periodo, e un percorso di supporto alle emozioni ed all’identificazione dei fattori individuali, relazionali e ambientali atti alla promozione di benessere psicologico. Laddove necessario, sarà possibile definire l'opportunità di una presa in carico più strutturata di prevenzione delle difficoltà psicologiche o di intervento su difficoltà o disturbi già emersi.
Tempi di realizzazione e durata del progetto
Il progetto avrà durata annuale, dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022.
Prospetto di orari e costi Stima delle ore di lavoro
15 ore settimanali per 50 euro ora da suddividersi nelle modalità indicate nello schema di seguente:
- 10 ore settimanali di colloqui psicologici
- 5 ore settimanali dedicate alla lettura e correzione dei questionari, ed alla stesura di report riassuntivi del lavoro di consulenza o dei percorsi di supporto psicologico svolti.
Contenuti e azioni dell’intervento oggetto della richiesta
Le modalità di accesso al servizio psicologico sono multiple: l’oncologo o l’infermiere potranno proporre ai pazienti ed ai loro familiari un colloquio psicologico di valutazione generale. Il paziente o i familiari potranno, altresì, chiedere di fissare un primo colloquio psicologico attraverso la segreteria.
I riferimenti della segreteria sono i seguenti:
Sig.ra Daniela Rossi/ Barbara Boreani: oncologia.sacco@asst-fbf-sacco.it telefono 0239042493
Incontri di consulenza individuale personalizzata (sportello psicologico) a pazienti e caregiver La consulenza psicologica individuale è mirata alla definizione e alla risoluzione di problemi specifici. Sono previsti tre colloqui individuali. Durante il primo colloquio di consulenza lo psicologo raccoglierà dati anagrafici e richieste specifiche. Sarà, poi, possibile svolgere una valutazione delle difficoltà e problemi riportati, un intervento psico-educazionale e di potenziamento degli skill relativamente alle strategie di coping. Attraverso la tecnica dell'ABC (Ellis, 1957; Beck, 1975) sarà possibile individuare le emozioni che rappresentano la principale fonte di esperienza problematica e i pensieri o immagini che le precedono, le accompagnano e le seguono. Attraverso questo esercizio è possibile intervenire sui pensieri problematici e promuovere esercizi che aiutino la persona ad invertire sui processi di pensiero fonte di sofferenza.
Percorso di supporto psicologico a pazienti e caregiver
Accesso del paziente o caregiver
Il paziente o il caregiver svolgerà un primo colloquio con un volontario dell’associazione che raccoglierà dati anagrafici e compilerà un questionario (Allegato A), volto a comprendere i bisogni psicologici e le aspettative relative al percorso di supporto. A termine del primo colloquio, la segreteria dell’U.O. di Oncologia fisserà il primo incontro con lo psicologo del servizio.
A termine del percorso psicologico, un volontario dell’associazione fisserà un colloquio finale durante il quale verrà chiesto al paziente o al caregiver di compilare un questionario di soddisfazione del servizio e di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Primo colloquio psicologico
Durante il primo colloquio lo psicologo svolgerà un assessment delle difficoltà, risorse e bisogni del paziente o caregiver. Attraverso il colloquio clinico e attraverso questionari autosomministrati specifici verranno definite difficoltà e risorse emotive e psicologiche. L’elenco dei questionari è riportato di seguito. Il testo integrale degli strumenti è riportato in calce al progetto unitamente ai questionari relativi ai bisogni che precede l’inizio del percorso e al questionario di valutazione della soddisfazione del servizio.
I questionari sono di seguito riportati:
Pazienti:
- Barthel Index (BI, Mahoney e Bartel., 1965, Allegato B): il BI è una scala ordinale con punteggio totale da 0 (totalmente dipendente) a 100 (totalmente autonomo). È costituito da 10 item che misurano le seguenti aree di competenza: alimentazione, lavarsi e occuparsi dell’igiene personale, vestirsi, controllo sfinterico e della minzione, trasferimento nel bagno e sedia/letto, deambulazione e salire scale. L’intervallo dei punteggi per ciascuna attività può variare da 0 a 5, da 0 a 10, da 0 a 15 o da 0 a 20 a seconda dell’item esaminato. La somma dei punteggi ottenuti nelle singole attività fornisce il punteggio totale finale. Elevati punteggi identificano una elevata autonomia del paziente nello svolgimento delle attività quotidiane. Shah e collaboratori (1998) sottolineano che un punteggio totale tra 0 e 20 suggerisce la totale dipendenza dell’individuo; un punteggio tra 21 e 60 identifica una severa dipendenza; un punteggio tra 61 e 90 una moderata dipendenza. Infine, un punteggio tra 91 e 100 una totale indipendenza dell’individuo nello svolgimento delle attività quotidiane.
- Revised Illness Perception Questionnaire (IPQ-R, Moss-Morris et al., 2002; Giardini et al., 2007 – Allegato C): l’IPQ-R è un questionario che misura la rappresentazione della malattia su 14 items dicotomici. Inoltre, misura le emozioni, la rappresentazione delle cause, la cronologia, e la cura/controllo attarverso 56 item su scale a 5 punti.
- Clinical Outcome in Routine Evaluation Outcome Measures (CORE OM, Evans et al., 2000; Palmieri et al., 2006 – Allegato D). È un questionario autosomministrato a 34 items utile a valutare l’esito degli interventi psicologici. Gli items del CORE si riferiscono a quattro domini: benessere soggettivo, sintomi/problemi, funzionamento, rischio. Ogni affermazione si riferisce all’ultima settimana e viene valutata su una scala a 5 punti. I punteggi che variano da 0 a 5 indicano uno stato di salute; i punteggi che vanno da 6 a 9 indicano disagi/rischi basse; i punteggi da 10 a 14 indicano disagio/rischi lievi; i punteggi che vanno da 15 a 19 indicano disagi/rischi moderato; i punteggi che vanno da 20 a 24 indicano disagi/rischi moderatamente gravi; infine, i punteggi oltre 25 indicano disagi/difficoltà grave.
- Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS, Zigmond e Snaith, 1983; Costantini et al., 1999 – Allegato E). È un questionario a 14 item su scala Likert a quattro punti (da 0 a 3), volti a rilevare la presenza ed intensità dei sintomi di ansia e depressione nei pazienti. Il punteggio delle due sottoscale che lo compongono (ansia e depressione attraverso item equamente distribuiti) si ottiene sommando i punteggi dei relativi item, ottenendo un range tra 0 e 21. I punteggi compresi tra 8 e 10 indicano sintomi leggeri; I punteggi compresi tra 11 e 15 indicano sintomi moderati. Infine, I punteggi pari o superiori a 16 indicano sintomi gravi e la verosimile presenza di disturbo d’ansia o depressive.
- Termometro delle emozioni (Allegato F), uno strumento largamente utilizzato nel contesto clinico che permette di identificare l’intensità di quattro emozioni principali (stress, ansia, umore depresso, e rabbia) su una scala da 0 a 10 (0=nessuna emotività – 10=emotività massima). Inoltre, chiede di indicare con la stessa unità di misura quanto la persona ritenga sia disturbato il sonno ed infine, quanto ritenga di aver bisogno di aiuto.
- Mental Health Continuum Short Form (MHC-SF Keyes, 2002, 2009; Petrillo et al., 2015 – Allegato G). È compost da 14 item su scala 0-5 (0=nessuna volta, 5= sempre) che misurano il grado di benessere emotivo (definito in termini di affettività/soddisfazione positiva nella vita), benessere sociale e benessere psicologico.
- Family Resilence Assessment Scale (FRAS, Gardiner et al., 2019, - Allegato H), ideato per misurare la presenza di resilienza nel nucleo familiare. Nello specifico verrà usata la scala “family communication and problem solving”, che comprende 36 item su scala 1-4 (1=fortemente in disaccordo, 4=fortemente d’accordo). Le risposte vengono sommate. A maggiori punteggi corrisponde più elevata resilienza. La scala, che al momento è validata solo nella lingua inglese, sarà tradotta in italiano e poi nuovamente in inglese con la metodologia back translation per la verifica di una corretta traduzione e, dunque, applicabilità nel contesto ospedaliero.
Nel caso in cui dal colloquio clinico e dai questionari CORE-OM e l’HADS emergano sintomi di importanza elevata o grave (CORE-OM punteggi totale >20 e HADS punteggi alla scala ansia e depressione >16), sarà consigliato ai pazienti di rivolgersi a figure specialistiche come psichiatri o psicoterapeuti per una presa in carico maggiormente strutturata. Laddove possibile, sarà attivata la rete di collaborazione tra specialisti del Sistema Sanitario Nazionale, con passaggi di consegne e di brevi relazioni di sintesi dei colloqui svolti.
Caregiver
- Barthel Index (Allegato B)
- CORE OM (Allegato D)
- HADS (Allegato E)
- Termometro delle emozioni (Allegato F)
- MCH (Allegato G)
- FRAS - scala family and communication (Allegato H)
- Caregiver Burden Inventory (CBI, Novak et al., 1989; Knight et al., 1997; Marvardi et al., 2005; Novak e Guest, 1989 – Allegato I). Attraverso 24 item su scala Likert 0-4 il questionario indaga l’impegno e il carico psico-fisico dei caregiver. Si tratta di uno strumento i cui punteggi sono cumulati, tra 0 e 96. I punteggi totali tra 0 e 24 suggeriscono un basso rischio di burn-ou; punteggi compresi tra 25 e 36 indicano un moderato rischio di burn-out e punteggi superiori a 36 identificano elevato rischio di burn-out. Gli item possono essere aggregati in cinque fattori che misurano la dipendenza dal tempo, il carico fisico, emotivo e sociale.
- Adult Carers Quality of Life Questionnaire (AC-QoL, Negri et al., 2019 – Allegato L). Il questionario è progettato per misurare gli aspetti positivi e negativi della cura. Comprende 40 item su scala Likert 0-3 (0= mai; 3= sempre) raggruppati in 8 dimensioni che descrivono gli aspetti ambientali (rappresentati dal sostegno sociale e risorse finanziarie), il carico percepito, (inteso come stress e limitazioni nella libertà e nelle scelta), i benefici relative alla cura, tra cui crescita personale, la sensazione di essere stimati e apprezzati dall’assistito, le capacità, le competenze e la soddisfazione per la cura.
Percorso di supporto psicologico
La durata del percorso prevede un pacchetto di 8 incontri (primo colloquio clinico con questionari incluso) da rinnovarsi in altri 8 in casi particolari. Al termine di ogni colloquio, lo psicologo del servizio comunicherà alla segreteria che il colloquio sia avvenuto in modo che l’addetto possa registrare l’effettivo svolgimento del percorso. Gli incontri potranno essere settimanali o bimensili a seconda delle difficoltà e delle finalità del progetto di supporto.
Il percorso psicologico, dopo la fase di assessment e di compilazione dei questionari, prevede un momento di definizione degli obiettivi e di confronto sui risultati emersi dai questionari e dal colloquio clinico.
L’attività di supporto psicologico consiste in un sostegno alla persona che sta affrontando situazioni o momenti di difficoltà che possono portare a problematiche di natura emotiva, sociale o relazionale. L’attività di supporto psicologico è indicata in situazioni di disagio che nascono da un’incapacità di adattarsi all’ambiente, da difficoltà relative ai cambiamenti oppure da un problema più specifico che la persona sente di non essere in grado di affrontare o gestire da sola. L’obiettivo è sostenere la persona, coinvolgendola in un processo di consapevolezza dei meccanismi disfunzionali, che alimentano il proprio disagio, al fine di identificare il miglior modo per fronteggiarlo, attivandosi con nuove strategie funzionali ad affrontare le situazioni problematiche contribuendo così attivamente al proprio benessere. Questo tipo di attività, oltre alla finalità di intervento già descritta, ha valore di prevenzione dell’insorgenza di disturbi psicologici e, altrettanto di osservazione e valutazione di segni e sintomi che meritino approfondimento diagnostico e presa in carico terapeutica (sia essa farmacologica che psicoterapeutica).
Durante i colloqui saranno svolte: a) valutazione e monitoraggio delle difficoltà psicologiche; b) interventi brevi di psico-educazione e di potenziamento delle capacità per far fronte alle situazioni stressanti (potenziamento di skill e delle strategie cognitive, emotive e comportamentali per far fronte a situazioni stressanti-strategie di coping); c) supporto alle emozioni ed alle strategie cognitive e comportamentali per regolarle e gestirle sul lungo periodo.
L’ultimo colloquio sarà dedicato al riassumere le strategie cognitive e comportamentali identificate nei colloqui precedenti e sperimentate nella vita quotidiana come modalità efficace di gestione delle difficoltà emotive e psicologiche.
Indicatori d’esito
Al termine del percorso di supporto psicologico, un volontario dell’associazione svolgerà un ultimo incontro con il paziente o il caregiver, durante il quale a questi ultimi verrà chiesto di compilare in autonomia un questionario sulla soddisfazione del servizio (Allegato N) e i seguenti questionari autosomministrati al fine di poter verificare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati all’inizio del percorso.
- CORE OM (Allegato D)
- HADS (Allegato E)
- Benefit findings (BF, Urcuyo et al., 2005 - Allegato M): attraverso 17 item su scala a 4 punti, è un questionario che indaga il contributo positivo della malattia alla propria vita.
- Caregiver Burden (Allegato I)
Incontri con l'equipe medico-sanitaria
Nel periodo di attuazione del progetto si propongono incontri ogni tre mesi con l'equipe per discutere i casi e l'andamento degli interventi.
Indicazione dei beneficiari con riguardo al territorio interessato
All’Ospedale Luigi Sacco di Milano afferiscono pazienti provenienti da tutta la Lombardia in virtù delle eccellenti livelli di assistenza che l’ospedale ha fornito nei decenni passati e nell’ultimo periodo da quando si è verificata la pandemia da virus SARS-COV2 (ad esempio legate ai reparti COVID, alle malattie infettive e all’Oncologia).
Nell’ambito degli studi relativi ai servizi di supporto psicologico in ambito oncologico, numerose ricerche a livello internazionale si sono dedicate all’indagine dei fattori emotivi e sociali che contribuiscono alla richiesta di percorsi di supporto nei pazienti e caregiver (Bakker-Glen et al., 2011; Klank-Riexen et al., 2007; Merckaert et al., 2010; Scholten et al., 2001). Gli studiosi hanno evidenziato che circa una donna su quattro e un uomo su dieci desidera supporto psicologico e lo richiede tramite i curanti (Merckaert et al., 2010) e attestano al 40-50% la percentuale dei pazienti che richiedono consulenza o supporto ai reparti di oncologia di riferimento. I risultati suggeriscono la necessità di eseguire screening sul disagio psicologico non solo ai malati di cancro ma anche ai loro caregiver. Inoltre, la necessità di offrire uno spazio di consulenza psicologica laddove una richiesta di sostegno vera e propria da parte del paziente o caregiver non sia stata ancora formulata permetterebbe la strutturazione di un dialogo aperto tra operatore psicologo e utente per una conoscenza ed un iniziale lavoro che possa gettare le basi relazionali per un eventuale futuro in cui necessità emotive e psicologiche maggiormente chiare si strutturino e richiedano assistenza.
Per questo motivo è necessario fornire un servizio, che permetta di affrontare al meglio il percorso di cura. Il sostegno psicologico fornito tramite un servizio strutturato e accreditato potrebbe permettere ai pazienti e loro caregiver l’instaurarsi di una migliore aderenza alle cure, una maggior risposta alle stesse e una più alta qualità di vita, sia dal punto di vista relazionale che lavorativo riducendo i periodi di assenza per malattia e favorendo la prosecuzione delle proprie attività con evidenti benefici sul piano economico e sulla qualità dell’umore.
L’operatore
Dott.ssa Raffaela D.G. Sartori, Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-comportamentale e Dottore di Ricerca (Ph.D.) in Scienze Fisiopatologiche, Neuropsicobiologiche e Assistenziali del Ciclo della Vita. Dal 2004 collabora con l'Università degli Studi di Milano a ricerche sulla qualità della vita e promozione del benessere di persone con malattie organiche cronico-degenerative e disabilità motoria di diversa gravità, di professionisti e volontari del soccorso e della salute.
Nell'ambito dell'Ateneo è stata cultore della materia, assistente alla docenza ed è docente a contratto nei corsi di psicologia per le lauree sanitarie.
In ambito clinico svolge consulenza, supporto e psicoterapia a persone con disturbi d'ansia, dell'umore e difficoltà nelle relazioni. Dal 2014 collabora con l'Unità Oncologica Funzionale dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano come supervisore al personale e consulente per pazienti in fase terminale di malattia e loro caregiver.
Milano, 16 luglio 2021
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